Laura Aveni Banco


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Memoria per Laura e Giansimone

..oltre il 1° gennaio..

MEMORIA PER LAURA AVENI BANCO E GIANSIMONE LIPARI
(inviata dalle famiglie al Pubblico Ministero e al Giudice
incaricati delle indagini)



Sono passati più di 4 mesi dalla morte dei nostri figli.
I nostri cuori sono diventati troppo piccoli per contenerne il dolore sconfinato e le nostre lacrime bruciano ogni giorno i nostri occhi, la nostra pelle e tutta la nostra esistenza.
I nostri ricordi cedono per lasciare spazio solo a quella notte maledetta, i nostri figli morti coperti con un telo bianco, di Laura vedo solo gli stivali chiari e Giansimone, lì nella macchina sembra dormire…ma si può lasciare così? In una frazione di secondo loro sono morti e lo siamo anche noi.
Forse per questo spinti da una forza sconosciuta, per non farci inghiottire e sopraffare dal desiderio di totale abbandono, Le scriviamo queste poche righe.
Giansimone e Laura avevano 26 e 21 anni, già assaporavano il loro futuro personale e professionale con grande consapevolezza.
“Acqua e sapone” lei, tenace e caparbia, un viso bellissimo sempre sorridente
Riservato e schivo lui, volenteroso, instancabile disponibile per tutti.
Due ragazzi speciali, amanti e rispettosi della vita, si volevano bene e avevano progetti incredibili per la loro così giovane età.
In effetti, dal 1° febbraio Laura aveva ottenuto un contratto per il perfezionamento a Ginevra come “incastonatrice orafa” presso un prestigioso laboratorio della città e Giansimone, già dipendente del Noga Hilton di Portorosa, un ottimo ingaggio presso la stessa catena alberghiera di Ginevra.
Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, toccavano il cielo con un dito…ma per colpa di qualcuno tutto è andato in frantumi.
Sul loro cammino, Enzo Italiano nella notte di Capodanno a bordo della Golf del padre, con l’adrenalina a mille, il piede sull’acceleratore, a folle velocità ha spento per sempre la loro vita.
Di sicuro noi dobbiamo fare uno sforzo immenso per contenere la rabbia e l’ impotenza che pervadono tutto il nostro essere quando ci dicono, anche se già lo sapevamo, che ben poco prevede la giustizia attuale per questo tipo di reato e che, chi lo ha commesso può chiedere impunemente il “patteggiamento” purtroppo previsto dal nostro ordinamento giuridico. Ma i nostri figli, vittime innocenti di questa tragedia, dal Signor Italiano, nulla tenente, non riceveranno da lui nessun tipo di risarcimento o considerazione alcuna per aver dovuto cedere il loro bene più prezioso: la vita.
Come dire che la vita non ha alcun valore, che non vi è più alcuna differenza tra quelli che la rispettano e gli altri che la tolgono! Possiamo ancora insegnare ai nostri ragazzi che la responsabilità, l’onestà e l’integrità sono dei valori inderogabili , quando ogni giorno questi valori diventano sempre più insignificanti e ridicoli?
Ci chiediamo dunque costantemente “ma se è vero che il patteggiamento può essere chiesto, questo viene sempre concesso?” e al patteggiamento della pena, a difesa dell’imputato, può esserci la “non concessione” dello stesso, sia per la gravità del gesto e la consapevolezza con la quale è stato compiuto, e questo a difesa di Laura e Giansimone?
La nostra non vuole essere una richiesta di giustizia esemplare che non ci potrà essere, ma la preghiera di due famiglie travolte e sconvolte che, come in un sogno ad occhi aperti, sperano in una decisione che tenga anche in considerazione chi ha pagato con la vita l’azione fredda, lucida e consapevole di qualcuno che delle loro vite non importava nulla.


Giansimone e Laura ringraziano.


Le famiglie Aveni Banco e Lipari



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